Cosa aggiungere ancora? Nulla di più, il titolo si commenta da solo e chi lo ha scritto dovrebbe vergognarsi…
Piuttosto, sono preoccupato per l’aspetto mentale e motivazionale delle tre ragazze, ma anche di tutte quelle atlete agoniste o amatoriali che potrebbero sentirsi paradossalmente in colpa per il loro fisico.
Questa volta ci ha pensato un giornalista, con un titolo che non lascia spazio a nessuna interpretazione: l’atto agonistico passa in secondo piano, mettendo in risalto le “forme” di chi, quel fantastico sforzo, si è tanto prodigato a fare!
Una frase del genere non aiuta certamente la donna a credere maggiormente in se stessa e allontana ancor di più la credibilità dell’uomo, che cade troppo spesso in forme così limitanti di giudizio sul corpo femminile.
A tutte loro voglio dire di evitare di dar peso a parole così meschine e di continuare a credere in loro stesse, in quello che stanno facendo.
Fortunatamente ci sono molti uomini che non si limitano a guardare le curve, ma danno la giusta importanza alla bravura e all’impegno delle persone.
Aggiungo che personalmente – come mental coach – sarei onorato di allenare mentalmente quelle tre ragazze o qualsiasi squadra composta da donne.
L’Italia e gli italiani sono orgogliosi di voi.
Quel titolo è solo il giudizio di uomini limitati dai loro paraocchi (e forse anche da qualcos’altro). Siete persone stupende, siete atlete che meritano la medaglia d’oro, indipendentemente da come sia finita in Brasile.
Con un forte abbraccio
Giancarlo Fornei
Ps: ho pubblicato questo articolo anche sul blog dedicato all’allenamento mentale nello sport, lo trovi a questo link.
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