E’ un attività motoria “intelligente”, cioè capace di attivare diverse funzioni: coordinazione, equilibrio, capacità di orientamento, armonia dei movimenti.
Inoltre è una disciplina “organizzata”: muoversi a ritmo di musica, rispettare cadenze e battute, stare al passo con gli altri sono azioni che allenano la capacità di programmazione del cervello, cioè la facoltà di correlare il pensiero all’azione.
Senza un allenamento costante, queste abilità si arrugginiscono e, una volta deteriorate, è difficile recuperarle.
La memoria non si “spegne”
Frequentare le sale da ballo stimola la capacità di ricordare le persone e di saperle ricollegare agli eventi e ai luoghi.
Un aspetto fondamentale per non perdere lucidità, la capacità mnemonica e il proprio vissuto.
Lo conferma uno studio svedese secondo cui una buona memoria in età avanzata dipende dai geni, ma anche dall’impegno a compiere attività sociali, mentali e fisiche.
Nell’indagine questi aspetti sono risultati più importanti di istruzione o cultura.
Tratto da un bell’articolo di Roberta Camisasca, su Viversani e Belli, 7/06/13
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