La terapia ormonale sostitutiva (Tos) consigliata alle donne che hanno disturbi legati alla menopausa tali da compromettere la loro qualità di vita, aumenta – e non di poco – il rischio di ammalarsi di tumore all’ovaio.
Bastano, infatti, cinque anni di Tos (sia a base di soli estrogeni sia a base di estro-progestinici), perché le probabilità crescano del 40%.
Per giungere a questa conclusione, viste le polemiche che da una decina d’anni accompagnano la cura ormonale per la menopausa – accusata di provocare molte malattie e poi assolta più volte, più o meno parzialmente – gli epidemiologi di Oxford, guidati da Richard Peto, si sono messi d’impegno.
Hanno chiamato un centinaio di colleghi di tutto il mondo e hanno chiesto loro di esaminare i 52 studi più importanti del settore (virtualmente tutti quelli pubblicati), che hanno osservato le vicende sanitarie di quasi 22 mila donne.
- Il responso degli esperti di ogni latitudine, riportato su ‘Lancet’ è netto: chi fa la terapia rischia di più.
- E non si tratta di un dato di poco conto, perché l’aumento di rischio riguarda specificamente le due forme di tumore ovarico più diffuse: quello serioso e quello endometrioide.
E resta significativo per almeno dieci anni dalla fine della terapia, il guaio è che nessuna delle linee guida internazionali, a oggi, ne ha mai fatto menzione.
C’è da giurare che si aprirà un’altra polemica e che le aziende che producono la Tos, andranno sulle barricate.
- Ma le donne sono avvisate.
Articolo di Agnese Codignola – Fonte L’Espresso, 12 marzo 2015