Chi di noi non ha mai rimpianto qualcosa?
Per esempio, io non sono laureato e per alcuni anni della mia vita questa cosa mi ha pesato come un macigno.
Lo ricordo ancora come se fosse oggi – erano i primi anni novanta – ebbi una grossa opportunità di volare a Palo Alto, in California, presso una grande multinazionale americana.
Opportunità sfumata perché non ero laureato.
Per circa un anno, i rimpianti dell’occasione perduta mi hanno lacerato poi, un giorno, mi sono seduto al tavolino e mi sono fatto una domanda: «Vuoi continuare così, per tutto il resto della tua vita, oppure hai intenzione di fare qualcosa per cambiare questa situazione?».
- Questa domanda mi ha dato la carica energetica per cambiare la mia vita.
- Ho deciso di mettermi a studiare da autodidatta e recuperare il terreno che avevo perso (per colpa mia) non laureandomi.

- Era il 1994: da allora, ad oggi, ho letto qualcosa come oltre 783 libri.
Oggi, la mia cultura è da tutti riconosciuta come e più, di quella di un laureato. Anzi, spesso si meravigliano di sapere che non sono laureato.
Paradossalmente, in questo modo, i miei rimpianti si sono alleggeriti e scivolati più facilmente sulla pelle ed è come se fossero diventati una sorta di laboratorio per imparare qualcosa di nuovo. Avevo capito di aver sbagliato a non laurearmi e, finalmente, facevo qualcosa di pratico per rimediare, senza più lamentarmi.
Come dice il proverbio? “Non tutto il male viene per nuocere”.
A questo link, trovi un bell’articolo proprio su come gestire i rimpianti.
E tu, come gestisci i tuoi rimpianti? Lasciami un commento al post.
Giancarlo Fornei
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