Mental coach sportivo (individuale o di squadra?)

Mental coach sportivo (individuale o di squadra?)

Mental coach sportivo

(individuale o di squadra?)

«Se in gara non ci riesci, ma in allenamento sei una star, forse, hai bisogno di allenare anche la tua mente!»…

Giancarlo Fornei, Facebook e Instagram 14 settembre 2021

Mental coach sportivo: il suo ruolo è sempre identico, sia quando allena mentalmente una squadra sia quando si occupa di preparare un’atleta individuale? Questa è la domanda che mi hanno posto su Messenger e via email, alcuni allenatori che ho fra le mie amicizie.

A mio modesto avviso, la risposta è assolutamente NO. 

Ci sono delle importanti differenze che un mental coach serio e professionale, deve tenere di conto e, in questo lungo articolo (quasi un tutorial), te le farò notare.

Potrei riassumere brevemente così:

  • Il mental coach sportivo è più concentrato sui particolari e sulle esigenze dell’atleta, nello sport individuale.
  • Il mental coach sportivo è più capace di far “gruppo” e di essere un leader riconosciuto, nello sport di squadra.

Ma permettimi di scendere nei dettagli e spiegarti meglio il mio pensiero…

 

Il ruolo del Mental Coach negli sport individuali

Il mental coach sportivo deve conoscere a fondo le caratteristiche dell’atleta che allena. Non basta che si limiti a conoscere le caratteristiche positive, deve sapere tutto anche sui lati negativi, che poi saranno proprio quelli su cui dovrà focalizzare l’attenzione maggiore per aiutare la sportiva a cambiarli.

Un altro aspetto importante è la cura dei dettagli, che deve essere quasi maniacale.

Negli sport individuali il coach deve curare con particolare attenzione ogni dettaglio, anche perché se l’atleta sbaglia, nessuno potrà rimediare al suo errore (cosa che invece è più facile nel gioco di squadra).

Deve essere una vera e propria chioccia, che motiva costantemente l’atleta, facendo leva sulle sue motivazioni individuali (e quindi, personalizzate).

Nota dell’autore: scopri quali sono le leve motivazionali usate dalle persone e, di conseguenza, anche dagli atleti di entrambi i sessi.

Per fare tutto questo, è fondamentale per il mental coach la capacità di entrare in empatia con la singola atleta.

Dovrà guadagnarsi la piena e totale fiducia della persona che allena, perché passerà con lei, tantissimo tempo e se non c’è feeling tra l’atleta e il coach… meglio cambiare. Insomma, molto più guida e mentore che vero e proprio allenatore.

 

Il ruolo del Mental Coach negli sport di squadra

In questo caso, forse il compito principale di un mental coach è di lavorare sulla personalità dei singoli atleti, che possono essere spesso profondamente diverse tra loro. Deve riuscire a trattare tutti i componenti della squadra nello stesso modo, senza creare gelosie ed invidie, pur rispettando le insicurezze e potenzialità di ogni atleta.

Deve dare poche regole e farle rispettate da tutti, nessuno escluso (anche lo stesso coach). Anche dallo staff di allenatori e preparatori.

Deve motivare il gruppo e far capire ad ogni singola componente che “INSIEME” si vince.

In una squadra, lo spirito collettivo del gruppo è fondamentale per raggiungere buoni risultati. Si vince e si perde sempre insieme. Quindi: allenarsi insieme, fare gruppo, partecipare agli stessi obiettivi, condividere la mission della società, ecc.

 

Avere in squadra un mental coach è pericoloso?

Guarda il video/podcast qui sotto (quasi otto minuti), con un pizzico di ironia e simpatia, ti spiego quali vantaggi tu possa avere dalla collaborazione con un mental coach (serio e preparato). Indipendentemente se sei un allenatore individuale o di squadra.

 

Insieme e mai contro l’allenatore tradizionale

Infine, pur mettendolo in fondo, è importantissimo il prossimo concetto.

L’allenatore è il “vero leader” della squadra (o dovrebbe esserlo). Quello che io chiamo “l’anima carismatica”.

Sin da subito deve essere autorevole e riconosciuto da tutto il gruppo, o comunque, dalla percentuale maggiore. Ecco perché il mental coach deve lavorare affinché questa leadership dell’allenatore non sia mai messa in discussione.

Ne tantomeno, deve essere lui stesso a metterla palesemente in discussione.

Semmai – laddove non lo fosse – il mental coach sportivo deve lavorare per aiutare lo stesso allenatore a diventare un leader carismatico (approfondisci l’argomento sulla leadership e il carisma leggendo quest’altro mio blog).

Insomma, il mental coach sportivo non può e non deve MAI entrare in contrasto apertamente con l’allenatore tradizionale. Sia esso l’allenatore di una singola atleta, sia l’allenatore di una squadra.

  • Deve lavorare insieme e “per” l’allenatore.
  • Deve lavorare per il raggiungimento degli obiettivi condivisi.
  • Deve lavorare per il bene comune dell’atleta o della squadra.

Un buon mental coach sportivo lavora sempre in totale sintonia e sinergia con il coach o l’allenatore tradizionale. Lavora per unire, mai per dividere.

 

Se non c’è feeling?

E se proprio non c’è feeling con l’allenatore? Meglio comunicarlo alla società. Parlarne con il Direttore Sportivo o con il Presidente. E se non esiste possibilità di mediazione con l’allenatore tradizionale, rassegnare le dimissioni e migrare in cerca di una nuova avventura.

Un evidente contrasto fra mental coach e allenatore, non aiuterebbe l’atleta o la squadra di turno.

Insomma, pur avendo in comune molte cose, i metodi di lavoro di un mental coach per sport individuali rispetto ad un mental coach per sport di squadra, devono essere un po’ diversi.

Riassumendo, oserei dire:

  • più concentrato sui particolari e sulle esigenze dell’atleta, nello sport individuale;
  • più capace di far “gruppo” e di essere un leader riconosciuto, nello sport di squadra.

Se fai l’allenatore o il mental coach, fammi conoscere il tuo pensiero, lasciami un commento a questo post. Ma lasciami il tuo commento anche se sei un’atleta. Ci tengo a conoscerlo. Puoi anche scrivermi a info@giancarlofornei.com

Giancarlo Fornei

 

 
Risorse utili:

 

 

 

 

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Chi è Giancarlo Fornei

Un bellissimo primo piano del volto illuminato dal sorriso del coach motivazionale Giancarlo Fornei - UAAMI Catania - 3 e 4 dicembre 2017

Toscano, nato a Carrara 60 anni fa. Ex marketer dei servizi, dal 1999 si occupa esclusivamente di crescita personale. In particolar modo, da oltre quindici anni, “lavora” con le donne.

Le aiuta a VINCERE. Nel lavoro. Nella vita. Nello sport.

Conosciuto in rete come “Il Coach delle Donne” proprio per la sua grande esperienza di lavoro con l’Universo Femminile. In particolar modo, aiuta le donne imprenditrici del mondo del beauty e dell’hair care. Le donne in crisi di autostima. Le donne atlete agoniste e le giovani promesse dello sport italiano.

A questo link, puoi conoscerlo meglio.

 

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