Mapi Danna Cecchetto
«Quando ami qualcuno che non ti ama, ami non lui, ma la tua idea di lui, qualcosa che non esiste, un ologramma, un buco nero. Succede, soprattutto a noi donne ed è devastante»!
Questa pagina è stata aggiornata il 3 febbraio 2025 alle ore 16,38
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Lo so, l’intervista che ti appresti a leggere è lunghissima, ma credimi, ogni risposta, ogni parola che lei mi ha dato vale la pena di essere letta e assaporata con particolare attenzione.
Sto parlando di Mapi Danna Cecchetto: un “vulcano” in eruzione, una donna con mille progetti, mille idee. Sempre in movimento ma, ti accorgerai, leggendo l’intervista, che Mapi è anche una donna romantica, sensibile, con le sue paure… proprio come te.
Prendi spunto e forza dalla sua intervista.
Leggi e rileggi – in particolar modo – le risposte alle domande n°5 e n°7: quando sarai a terra e penserai di non farcela, pensa a Mapi. Pensa a come lei riesce a vincere le sue paure e sconfiggere gli “ammazza sogni”…
Sei pronta per conoscerla meglio?
Giornalista, autrice, conduttrice radiofonica, personal writer, mamma e moglie. Ma come fai a fare tutto, ti hanno duplicata?
I miei figli sono grandi, hanno meno bisogno della mia presenza fisica e più bisogno di una mamma che sposti da loro, ad altro le proprie energie. Amore, cura e attenzione non devono diventare mai un limite, mai una gabbia.
L’ho imparato, personalmente, sbagliando.
Credo che i figli di mamme impegnate altrove, non solo in casa e in famiglia, siano figli più fortunati perché più liberi, si sentono meno in debito, meno alla prova, meno al centro. Ho un marito molto innamorato del suo lavoro, con grandi spazi di autonomia. Questo ha facilitato la possibilità, per me, di spendere il tempo “non nostro” in un “tempo mio” di tradurre la mancanza in aggiunta , trasformare il vuoto in pieno, “il meno” in “più”.
Ci ho messo anni, ma ora so che la propria felicità non può e non deve mai dipendere da un rapporto, né da una persona.
Proiettare la propria realizzazione su una relazione o su qualcuno, significa responsabilizzarlo con un compito troppo grande, dal quale, inevitabilmente, avrà voglia di fuggire. Solo se riusciamo ad essere centrate su noi stesse potremo essere efficaci all’interno di un rapporto.
Non credo nelle simbiosi, nel sapere tutto l’uno dell’altro, nel fare tutto insieme. La relazione esiste ed è sana, solo se esisto due poli, distinti tra cui scorre comunicazione e scambio, la sovrapposizione è annullamento. Ho avuto la fortuna di potermi inventare un lavoro coerente rispetto alla mia vita privata.
Il confine tra la mia professione e il mio essere moglie, mamma, figlia, sorella, amica e anche catechista è sottilissimo, forse inesistente. I due aspetti sono reciprocamente conseguenti l’uno all’altro.
Si tratta di Amore.
L’esercizio affettivo compiuto lungo il mio percorso di vita mi ha aiutata molto, mi ha allenata all’ascolto, all’empatia, alla riflessione, alla gratitudine, al perdono. Trovo un po’ di me in ogni storia che racconto, un po’ delle mie gioie e delle mie sofferenze, un po’ delle mie speranze e delle mie delusioni, un po’ della mia rabbia e del mio entusiasmo, un po’ dei miei errori e dei miei successi.
- Quando scrivo un LoveBook divento protagonista di quell’amore, ci credo, lo vedo, lo sento, mi innamoro anch’io, come un attore con il suo personaggio. Questo ti permette la scrittura, ti permette di diventare “altro da te”, è sempre un viaggio.
Lovebooks mi ha portata dentro storie meravigliose, straordinarie, storie che ogni volta mi stupiscono, mi sorprendono, mi crescono e mi insegnano.
Il progetto editoriale LoveBooks è bellissimo, posso chiederti da dove nasce e quali sono le sue finalità?
L’idea è nata e non poteva essere diversamente, da un amore, il mio per mio marito, Claudio Cecchetto e dal fatto che ho custodito per anni, come preziosi, tutti gli articoli in cui lui parlava di me e diceva qualcosa, grazie alle domande del giornalista, che a me non aveva mai detto direttamente.
Ho pensato che tutti dovrebbero avere questa possibilità. La possibilità di farsi intervistare da una persona esterna alla relazione, neutra, che permetta loro di raccontarsi a cuore aperto per poi regalare a qualcuno i propri pensieri e, dall’altra parte, la possibilità di leggere chi si ama, come mai fatto prima.
Lovebooks è un racconto, breve ed efficace di un amore, qualsiasi amore sia.
- È un “non oggetto”, è il dono più prezioso che si possa pensare per qualcuno a cui si è già regalato tutto, ma non emozioni, ricordi, progetti, promesse, motivazioni, valori.
- È il ritorno al racconto scritto, alla parola che, più di qualsiasi altro mezzo è portatrice di significati. La parola è più precisa dell’immagine, è meno aggressiva, si presta all’emozione, sa rappresentare esattamente ciò che nel pensiero c’è. Ha un effetto intimo e profondo.
La tecnologia ci porta all’utilizzo rapido e funzionale di una comunicazione contratta, cifrata, criptata, quasi simbolica, ecco perché, soprattutto oggi, riuscire a “distendere” i pensieri, srotolarli ed esporli all’altro è un atto d’amore.
Amare non è mai “normale”, è sempre qualcosa di straordinario, nel vero senso della parola, extra-ordinario, speciale, unico.
Va raccontato.
La finalità è questa: moltiplicare la possibilità di veicolare i sentimenti, parlarne, creare connessioni. Sempre, davvero sempre, dopo la consegna di un LoveBook mi sento dire che molte cose lette non erano mai state dette, non solo, spesso mi dicono che LoveBook è stato il modo per affrontare argomenti, emozioni, ricordi per varie ragioni mai espressi.
Nella tua trasmissione “Parlami d’amore” su Radio Reporter e nel progetto LoveBooks, hai raccontato tutti gli amori possibili e forse, anche quelli inpossibili. Qual è quello che ti ha “toccato” emozionalmente di più?
Parlami d’amore è un programma figlio di LoveBooks.
LoveBooks racconta solo amori possibili. Gli amori impossibili fanno male, sono una malattia, autolesionismo e ci consumano nella mancanza di reciprocità. Quando ami qualcuno che non ti ama, ami non lui, ma la tua idea di lui, qualcosa che non esiste, un ologramma, un buco nero.
Succede, soprattutto a noi donne ed è devastante.
Io non credo di avere le capacità di raccontare amori così sofferenti. Mi è stato chiesto, non l’ho fatto, scusandomi. Lovebooks mi ha invece accompagnata, con grande rispetto, dentro a storie a volte durissime e complicate, ma sempre salvate da amori concreti, vitali, corrisposti.
È difficile, per me, identificare come più emozionante un testo piuttosto che un altro. Sicuramente gli amori “messi alla prova” , quelli in cui si inseriscono strappi, ferite, perdite, malattie, difficoltà economiche o psicologiche, sono gli amori più toccanti, eroici, perché incorruttibili. Li leggi e hai brividi.
Qual è l’aspetto che ti rende più felice e al tempo stesso orgogliosa di LoveBooks?
Mi alzo al mattino e so che incontrerò persone che mi racconteranno che l’amore salva, cura, nutre, proietta in avanti, mi diranno che l’amore è il vero senso. Naturalmente non solo l’amore romantico, quello tra un uomo e una donna, ma anche quello tra genitori e figli, tra fratelli, tra amici.
- Mi sento privilegiata più che orgogliosa, grata più che fiera. Faccio un lavoro che mi assomiglia e che veicola messaggi in cui credo fermamente.
LoveBooks nel suo piccolo, nel suo piccolissimo, ha un valore sociale, allinea, attraverso la comunicazione affettiva, le persone, le aiuta ad esprimersi, ad esporsi, a non avere paura di lasciare una traccia. L’energia che mette in moto, avvicina, sempre, lo ho constatato, ne ho le prove.
Se non sono troppo invadente, posso chiederti qual è stato il momento più difficile nella tua vita e come lo hai superato?
Ho molte paure, ogni giorno, paura degli abbandoni, degli imprevisti, delle malattie, paura di non essere all’altezza, paura di perdere le persone che amo, paura di guardare mio padre, perché non lo riconosco più e devo imparare ad amarlo attraverso gesti nuovi, giusti per lui, ora.
Ho paura di sbagliare, soprattutto con i miei figli, sono una madre che arranca, come tutte, loro corrono troppo velocemente e io cerco di decifrare i segnali che mi lanciano nel tentativo di essere per loro un abbraccio e una certezza, non l’argomento di future psicoterapie. Vedremo.
Come supero tutte queste paure?
Parlo con Claudio, con mia madre, con la mia migliore amica perché condividere alleggerisce, dimezza, ma soprattutto faccio. Faccio, faccio faccio, mi muovo, mi concentro su altro, provo a declinare l’energia che la paura cerca di rubarmi in energia pratica.
Hai altri progetti in cantiere e soprattutto, Mapi Danna ha un sogno nel cassetto?
Ho tre progetti in cantiere, di cui, per ora, uno già in fase di elaborazione.
- A ottobre uscirà, per la grande distribuzione, book stores e centri commerciali, un cofanetto LoveBooks Simplygift, un regalo di Natale personalizzato ed esclusivo. Quando sarà pronto, se vorrai, ne parleremo. È un progetto che ho fortemente voluto e che da sogno sta diventando realtà grazie all’incontro con SimplyGift e Marzia Borroni, una donna di business e di emozioni.
- Gli altri due sono troppo ambiziosi, quasi presuntuosi, per ora top secret, ma ce la metterò tutta.
Il vero sogno, che non è nel cassetto, ma in ogni mio pensiero, è la felicità e la salute dei mie figli, dei miei genitori, di mio fratello e di Claudio.
L’ho nominato per ultimo, perché per lui ho un’aggiunta, per lui sogno anche che una sua idea televisiva e geniale possa portate una rivoluzione nel mondo dei talent, sarebbe un successo straordinario. Andiamo avanti, passo dopo passo, con tutto l’impegno possibile.
Quanto conta l’autostima, il credere in se stesse e la determinazione per riuscire nella vita? E quali suggerimenti puoi dare alle amiche che ti leggono e che magari, in questo momento, vivono un momento difficile della loro vita?
Ci sono stati momenti di autostima bassissima anche per me, momenti in cui ti chiedi quale sia il tuo valore. È sul proprio valore che bisogna scommettere, ma il primo passo è scoprirlo.
- Ognuno ha un talento, di questo sono certissima e in genere il talento coincide con la propria passione.
Spesso facciamo fatica ad individuarlo perché la vita ci porta a chiederci che cosa è utile piuttosto di che cosa ci piace e che cosa sappiamo fare bene…
L’autostima non è, almeno per me, un muscolo da rendere tonico e magari ipertrofico con uno sforzo solitario, auto referenziato e inutile su un tapis roulant.
Non credo che l’accrescimento della propria autostima possa essere un fine, è piuttosto un mezzo per farsi coraggio e partire ed è una conseguenza diretta del percorso che si è riusciti a fare.
L’autostima si alza in maniera proporzionale ai risultati.
Nessuno ti dirà mai che sei forte in qualcosa se non lo dimostri, se non lo vede. Per raggiungere i risultati sono necessarie competenze, dedizione, impegno, esercizio.
- Per competenze non intendo una laurea in ingegneria spaziale, intendo una singola cosa, che ci viene bene. Quella sarà la cosa che ci renderà felici, capaci, belle, stimate, centrate, in tono con il mondo.
Possiamo anche sentirci ingabbiate in una relazione faticosa e frustrante, in un lavoro che non ci soddisfa e non ci appartiene, ma se riusciamo ad individuare in noi un talento, che sicuramente c’è, una passione e se troviamo anche solo un ritaglio di tempo per applicarvi lavoro, diventeremo competenti, di conseguenza capaci di raggiungere obiettivi.
Qualche settimana fa, in una conferenza a cui sono stata invitata per parlare di Impresa al femminile, mi è stato chiesto come ci si comporta di fronte agli “ammazza sogni”.
Non lo so in assoluto, so come mi comporto io.
Quando mi accorgo che qualcuno non apprezza quello che faccio, non penso mai che sia una persona stupida, cattiva o che non abbia capito. Penso che sia semplicemente distratta e che ho ancora molto lavoro da fare affinché anche i distratti si stupiscano.
- Gli “ammazza sogni” non ammazzano nulla se tu non glielo permetti, usali come stimolo, saranno la tua terra di conquista.
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Questa è Mapi Danna Cecchetto, una donna veramente in gamba. Sono felice di averla conosciuta, e grato per la gentilezza che mi ha riservato rispondendo a tutte le domande.
Un abbraccio “Super Mapi”!
Per conoscerla meglio o mettersi in contatto con lei:
- la sua email: Mapi@lovebooks.it
- la sua pagina su Facebook a questo link.
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